Sapori ed Energetica delle Erbe – Il Sapore Amaro

Uno dei sapori meno graditi in generale, eppure così importante dal punto di vista terapeutico: l’amaro. Diamo un’occhiata alla natura di questo sapore e dei suoi sapori secondari: amaro-acre e amaro da glucosidi cianogenetici.

Natura

Secco e in prima istanza leggermente caldo: secondariamente può produrre reazione rinfrescante.

Elemento

Fuoco

Azioni principali

Asciuga, è rassodante e indurente, è purificante, apre e deostruisce, è evacuante.

Direzione

Centripeta, verso il basso.

Stati tissutali

Eccesso e Stasi di Flemma; Eccesso di Sangue; Eccesso e Stasi di Bile Gialla.

Azione conseguente

Riducente

Eccesso

Dissecca

Il sapore amaro è uno di quelli che più comunemente si ritrova nelle droghe, specialmente quelle di origine vegetale.  Il sapore amaro è naturalmente considerato spiacevole (e infatti i bambini tendo a rifiutarlo): ciò sembra essere legato al fatto che tale sapore è tipico di sostanze potenzialmente tossiche, come alcaloidi e glicosidi.

Le sostanze responsabili del sapore amaro sono davvero molte e di natura chimica diversa: alcaloidi, terpeni, flavonoidi e anche alcuni olii essenziali. La famiglia dei recettori per il sapore amaro (TAS2R) comprende oltre 20 sottotipi di recettori che sono capaci di rilevare oltre un centinaio di sostanze assolutamente non correlate dal punto di vista chimico. [Masé, McDonald]. Il solo assaggiare le sostanze amare stimola tutta una serie di reazioni nel corpo umano. L’azione del sapore amaro nell’organismo umano è complessa: il fatto che i recettori dell’amaro siano presenti in maniera diffusa nei vari distretti corporei (cavo orale, stomaco, intestino, placenta, apparato respiratorio, …) sta a significare che le sostanze amare hanno la capacità di modificare una quantità importante di funzioni fisiologiche.

Nonostante il sapore amaro in sé sia considerato leggermente caldo in diverse tradizioni (es., la MTM), le droghe amare di solito hanno un effetto nettamente raffreddante perché tendono a “purificare” il calore muovendolo verso il basso (sono infatti evacuanti); alcune di esse sono palesemente fredde (ad esempio, l’oppio, che è una delle erbe più fredde).

Chiaramente parlare di un sapore è un conto, ma parlare di una pianta (con un dato sapore) è un altro: la natura complessiva di una pianta, infatti, è determinata da diversi componenti che contribuiscono ciascuno con le proprie caratteristiche: esistono, ad esempio, erbe amare che sono decisamente calde a causa dell’importante contenuto di olii essenziali (che sono di per se stessi caldi).

Il sapore amaro asciuga (allontana l’umidità), è rassodante e indurente (in quanto asciuga l’umidità, che invece tende ad ammorbidire), è purificante[1], apre e deostruisce[2], è evacuante[3]. Data la sua funzione purificante ed evacuante, tratta il Calore eccessivo, drenandolo verso il basso. Le erbe amare sono quindi essenzialmente purificanti ed evacuanti. Il sapore amaro è tipico delle droghe che, nella erboristeria anglo-americana, sono definiti alterativi. La maggior parte delle erbe che, in MTC, purificano il fuoco e il calore, liberano l’intestino, asciugano l’umidità e riportano verso il basso il Qi controcorrente sono amare. Sono comunemente usate per trattare pattern di calore, costipazione, pienezza di stomaco e addome dovuta a ostruzione e umidità e tosse e vomito dovute all’ascesa del Qi controcorrente. In MTC, le erbe di natura fredda sono usate tipicamente per trattate le sindromi da Calore, mentre le sindromi da Fuoco, in cui il Calore è ben più intenso, le erbe di natura fredda sono insufficienti e vengono invece usate erbe amare, che hanno la capacità di drenare tutto il Calore in eccesso verso il basso, cacciandolo dal corpo.

Il sapore amaro è anche disseccante, perché stimola la secrezione (e quindi la escrezione) di fluidi: aumenta la salivazione, aumenta la secrezione gastrica e la secrezione della bile e degli enzimi pancreatici, ecc.; tutto ciò causa un transiente effetto umidificante, ma alla fine tutti questi fluidi lasciano il corpo, ad esempio insieme con le feci, producendo un netto effetto disseccante. Alcuni fluidi verranno riassorbiti nel colon, ma certamente non tutti.

Le erbe amare possono essere sia stimolanti sia rilassanti, in relazione alla natura complessiva della pianta. Ad esempio, la verbena è una pianta decisamente amara ma anche diaforetica rilassante e, come tutte le erbe diaforetiche rilassanti, riduce l’Eccesso di Tensione ed è indicata nei casi in cui si abbiano brividi, tremori e tensione muscolare.

Ovviamente non tutte le erbe hanno lo stesso grado di amaro: esisteranno erbe blandamente amare che possono essere consumate come verdura ed erbe più decisamente amare e medicinali (es., genziana), che devono essere somministrate con attenzione per evitare di produrre un’eccessiva secchezza. Nel caso si debbano trattare persone costituzionalmente già secche e fredde, si possono utilizzare amari più caldi e semmai anche mucillaginosi (es., la cannella, se è adatta al trattamento dello specifico disturbo) oppure le erbe amare possono essere somministrate in una formula insieme con erbe calde e/o mucillaginose.

Nella MTC, secondo la corrispondenza loggia/organi della teoria dei Cinque Movimenti, il sapore amaro è associato al Cuore. Ciò che in MTC è chiamato Cuore corrisponde, almeno in parte, ai sistemi nervoso e circolatorio della medicina occidentale e gli alcaloidi, i glicosidi e i flavonoidi, tipicamente amari, hanno un forte impatto su questi due sistemi. Secondo l’associazione sapore/azione, le erbe amare hanno un’azione purificante (in quanto rimuovono il calore e le tossine) e asciugano l’umidità [ITMOnline3]. Quest’ultima azione è legata alla capacità delle erbe amare sia di stimolare l’evacuazione (e quindi la fuoriuscita di liquidi) sia di risolvere le infiammazioni e le infezioni che tendono a stimolare la produzione di muchi.

 

Sapore secondario: amaro-acre

Natura

Più caldo e secco dell’amaro.

Elemento

Fuoco

Azioni principali

Asciuga, è rassodante e indurente, è purificante, apre e deostruisce, è evacuante; risolve l’eccesso e le stasi di Tensione, risolve le periodicità[4] e i sintomi vaganti.

Direzione

Ambivalente[5]

Stati tissutali

Eccesso e Stasi di Tensione; Eccesso e Stasi di Flemma; Eccesso di Sangue; Eccesso e Stasi di Bile Gialla.

Azione conseguente

Riducente

Eccesso

Dissecca

Chiamato anche amaro nauseante da Matthew Wood [Wood], è il sapore della bile, amarissimo e con una nota più o meno intensa di acredine; è un amaro tanto intenso che “fa venire i brividi”. È tipico di piante come lobelia, verbena, luppolo, cardo santo, china, alcune piante del genere Eupatorium.

 Questo sapore agisce come l’amaro ma anche un po’ come l’acre, per cui asciuga, è rassodante e indurente, è purificante, apre e deostruisce, è evacuante; risolve l’eccesso e le stasi di Tensione, risolve le periodicità  (o sintomi fluttuanti) e i sintomi vaganti. L’acre e l’amaro-acre sono gli unici due tipi di sapori capaci di agire sull’Eccesso di Tensione.

Il sapore amaro-acre, quindi, può servire, come l’acre, nei casi di eccessiva tensione neuromuscolare con spasmi, rigidità e/o contratture croniche, ipersimpaticotonia o, al contrario, sindromi da deficit del parasimpatico. In più, il sapore amaro-acre può agire anche come espettorante e come emetico (es., Lobelia) e può trattare febbri, brividi e sindromi con sintomi vaganti (che, cioè, si spostano da una zona all’altra del corpo) e/o intermittenti (o fluttuanti o ricorrenti: che, cioè, appaiono e scompaiono all’improvviso e/o si alternano), come le febbri periodiche (es., malaria) e le situazioni in cui, ad esempio, si alternano brividi di freddo con febbre oppure diarrea con costipazione [Wood, Wood2].

 

Sapore secondario: amaro da glucosidi cianogenetici

Natura

Freddo e piuttosto secco

Elemento

Fuoco/Terra

Azioni principali

Asciuga, è rassodante e indurente, è rinfrescante.

Direzione

Centripeta, verso il basso.

Stati tissutali

Eccesso di Bile Gialla

Azione conseguente

Riducente

Eccesso

Dissecca e “blocca” il calore (raffredda eccessivamente)

È l’amaro tipico, ad esempio, dei semi delle Rosacee (mandorla amara, albicocca, prugnolo, biancospino, …). Partecipa delle caratteristiche dell’amaro, ma è decisamente più freddo: i glucosidi cianogenetici vanno ad interferire con il ciclo di respirazione cellulare[6] e pertanto diminuiscono l’attività cellulare. È un sapore tossico: piccole quantità leniscono l’infiammazione sistemica e facilitano la respirazione cellulare, ma quantità maggiori inibiscono tale respirazione e possono risultare letali.

Interferisce con l’attività tiroidea. Infatti, tali glucosidi vengono scissi dalle β-glucosidasi presenti nella pianta stessa o secreti dalla flora batterica formando cianuro, il quale viene detossificato dall’enzima rodanasi che trasforma il cianuro in tiocianato, che viene espulso con le urine. Il tiocianato però è un inibitore competitivo del Sodium Iodide Symporter (NIS) già in piccole quantità, per cui inibisce l’accumulazione dello iodio nella tiroide, di fatto ostacolando la sintesi degli ormoni tiroidei. Inibisce anche il trasporto dello iodio nel latte materno.

 

Note

[1] Corrispondente a “purifica il Calore” in MTC e ad “alterativo” nella medicina americana.

[2] Essendo purificante ed asciugante, risolve gli eccessi di umidità “ispessita” dalle putrefazioni e dal calore in eccesso, disostruendo i passaggi bloccati.

[3] Funzione che dipende anche dalla direzione verso il basso: es., lassativi antrachinonici.

[4] O sintomi fluttuanti: ossia sintomi che ritornano periodicamente.

[5] Nel senso che può portare verso il basso/interno o verso l’alto/esterno a seconda delle circostanze: più che altro, questo sapore ha la caratteristica di risolvere le situazioni in cui c’è alternanza, quindi, ad esempio, stitichezza alternata a diarrea.

[6] Il cianuro impedisce alle cellule di usare l’ossigeno nella fosforilazione ossidativa e lo fa legandosi allo ione ferrico (Fe3+) del sistema della citocromo-ossidasi mitocondriale. Come risultato, si verifica uno shift verso un metabolismo anaerobico, causando una diminuzione della sintesi di ATP e un grande aumento della concentrazione di acido lattico fino a produrre acidosi metabolica. L’effetto finale è l’instaurazione di una ipossia istotossica.

 

Riferimenti

[ITMOnline] http://www.itmonline.org/articles/taste_action/taste_action_herbs.htm

[Wood] Matthew Wood, “The Practice of Traditional Western Healing”, North Atlantic Books (2004)

[Wood2] Matthew Wood, “The Earthwise Herbal – A Complete Guide to New World Medicinal Plants”, North Atlantic Books (2009)

 

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