Dittrichia Greuter – Genere
Ordine: Asterales Link
Famiglia: Asteraceae Bercht. & J.Presl
Il genere Dittrichia Greuter (1973) appartiene alla famiglia delle Asteraceae e comprende due sole specie: Dittrichia viscosa (L.) Greuter, nativa del bacino del Mediterraneo e della Macaronesia, e Dittrichia graveolens (L.) Greuter, il cui areale nativo si estende dal Mediterraneo fino alla parte occidentale della catena dell’Himalaya [POWO].
D. viscosa ha quattro sottospecie. A parte la sottospecie nominale (Dittrichia viscosa subsp. viscosa), nativa della Macaronesia e del Mediterraneo Occidentale (Albania, Algeria, Azzore, Baleari, Bulgaria, Isole Canarie, Corsica, Isole dell’Egeo orientale, Egitto, Francia, Grecia, Italia – incluse le sue isole principali, Sicilia e Sardegna – Libia, Madera, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia, ex-Yugoslavia), i seguenti taxa infraspecifici sono riconosciuti[POWO]:
- Dittrichia viscosa angustifolia (Bég.) Greuter (syn.: Dittrichia orientalis Brullo & De Marco, Inula viscosa var. angustifolia Bég.), nativa delle aree del Mediterraneo Orientale (Cipro, Isole dell’Egeo Orientale, Egitto, Grecia, Creta, Libano-Siria, Libia, Palestina, Sinai, Turchia);
- Dittrichia viscosa maritima (Brullo & De Marco) Greuter (syn.: Dittrichia maritima Brullo & De Marco), localizzata su un brevissimo tratto costiero del sud-ovest del Portogallo;
- Dittrichia viscosa revoluta (Hoffmanns. & Link) P.Silva & Tutin (syn.: Dittrichia revoluta (Hoffmanns. & Link) Brullo & De Marco, Inula prostrata Rothm., Inula revoluta Hoffmanns. & Link, Pulicaria revoluta (Hoffmanns. & Link) Nyman), esclusiva del sud-ovest del Portogallo, dove è presente soprattutto nelle zone costiere.
Inoltre, ibridi tra due sottospecie si ritrovano frequentemente nelle rispettive zone di contatto.
La Dittrichia nella storia botanica
Ritrovare nei testi degli autori antichi e rinascimentali riferimenti chiari alle attuali specie del genere Dittrichia è operazione alquanto complessa perché, come ben evidenziato da Michele Tenore nella sua memoria “Dell’erba Baccara degli Antichi” [Tenore], rientrano in un gruppo di piante in qualche modo storicamente collegate all’erba Baccara di Dioscoride e Virgilio e alle Conyza di Dioscoride e Teofrasto, rispetto alle quali i botanici, nei secoli, hanno fatto una gran confusione.
Il Tenore (1780-1861) afferma che la Baccara di Dioscoride è l’Inula odora L. (attualmente Pulicaria odora (L.) Rchb) e la Conyza major di Dioscoride è l’Inula viscosa L. (ora Dittrichia viscosa (L.) Greuter), ma molti botanici, specialmente suoi predecessori, hanno fornito pareri anche molto diversi in merito all’identificazione di queste piante1. [Tenore, Tenore2]
Ad esempio, il Mattioli (1501-1577) fa corrispondere la Conyza major di Dioscoride alla Pentanema squarrosum (L.) D.Gut.Larr., Santos-Vicente, Anderb., E.Rico & M.M.Mart.Ort., come ben si evince dall’immagine presente nell’erbario e dai nomi italiani (pulicaria) e stranieri (tedesco: Geele muntz, Durruurtz2; spagnolo: attadegua; francese: herba aux puces3) attribuiti alla pianta, tutti indicanti la Pentanema squarrosum4 (v. anche [Tenore, Tenore2]).
John Gerard (1545-1612), nella sua trattazione della Conyza major, nonostante affermi esplicitamente di seguire Mattioli e de l’Obel (Lobelius), oltre che Dodoens, anziché riferirsi alla Pentanema squarrosum (come fa il Mattioli), tratta, di fatto, della Dittrichia viscosa, come ben si evince dalla descrizione della pianta (“hard, woody, …”, “The whole plant is fatty and glutinous, with a strong, not yet altogether unpleasant smell”5 [Gerard]) e dalla immagine (recante fiori periferici caratterizzati da ligule ben sviluppate) pubblicata nel suo “The Herball”6. [Gerard]
Castore Durante complica ancor più la faccenda. Stando a quanto appare dalle immagini e dalle descrizioni del suo “Herbario nuovo”, egli chiama:
- Coniza maggiore la Pentanema squarrosum;
- Coniza minore la Dittrichia viscosa (probabilmente)7;
- Coniza terza presumibilmente la Pulicaria dysenterica;
- Coniza minima (Coniza minima vera) una pianta la cui immagine è identica a quella della Conyza minor vera di Gerard (Dittrichia gravolens), ma rispetto alla quale dice che “fa un sol fusto per il più, liscio, alto vn gombito e mezo, con foglie rare, e minori della Linaria”8. [Durante]
Se la questione dell’identificazione della Baccara di Dioscoride e Virgilio appare tuttora ancora non conclusa, gli autori contemporanei sono generalmente concordi con il Tenore nell’identificare la Κόνυζα (Conyza major) di Dioscoride e la Conyza mas di Teofrasto con la Dittrichia viscosa (v., ad esempio, [Caruel, Stokes, Targioni Tozzetti] e anche Caspard Bauhin, “Pynax Theatri Botanici”, come riportato in [Tenore]).
Di seguito sono riportate, per alcune delle piante storicamente collegate in qualche modo alla Conyza major, le corrispondenze dei nomi botanici attuali con alcuni di quelli attribuiti, nei secoli, dai diversi autori (cfr. [Boerhaave, Caruel, Gerard, Salmon, Stokes, Targioni Tozzetti, Tenore, Tenore2]):
Nome botanico corrente |
Sinonimi e nomi volgari |
Dittrichia viscosa (L.) Greuter |
Conyza major (Dioscoride (Κόνυζα), Dodoens, Clusius, Gerard) Conyza mas (Teofrasto)
Erigeron viscosum L. (basionimo per Dittrichia viscosa) Inula viscosa (L.) Aiton Cupularia viscosa (L.) Godr. & Gren.
Ita.: Enula cepittoni, Inula vischiosa, Ceppica; Eng.: False Yellowhead, Woody Fleabane; Spa.: Olivarda |
Dittrichia graveolens (L.) Greuter |
Conyza fœmina (Teofrasto) Conyza minor (Dioscoride) Conyza minor vera (Gerard)
Erigeron graveolens L. (basionimo per Dittrichia graveolens)
Ita.: Enula cespita, Inula fetida, Bistorno; Eng.: Stinkwort |
Pulicaria vulgaris Gaertn. |
Conyza minima (Dodoens, Moris, Gerard) Conyza minor (Mattioli) Conyza minima (Gerard)
Inula pulicaria L.
Ita.: Incensaria fetida, Pulicaria fetida; Eng.: Small fleabane |
Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. |
Conyza media (Mattioli, Dodoens, Fuchs, Moris, Gerard)
Inula dysenterica L. (basionimo per Pulicaria dysenterica)
Ita.: Incensaria comune, Pulicaria dissenterica; Eng.: Fleabane, Meadow False Fleabane |
Pulicaria odora (L.) Rchb. |
Baccara (Dioscoride (Βαχχαρισ), secondo [Tenore])
Inula odora L. (basionimo per Pulicaria odora)
Ita.: Incensaria odorosa, Pulicaria odorosa; End.: Mediterranean fleabane |
Pentanema squarrosum (L.) D.Gut.Larr., Santos-Vicente, Anderb., E.Rico & M.M.Mart.Ort. |
Baccharis monspeliensium (Clusius, Lobelius, Gesner) Conyza major (Mattioli, Lobelius, (excl. Lobel. Adv.), Tabernaemontanus) Conyza major vulgaris (Bauhin) Conyza mayor altera (Dodoens) Conyza pynax (C. Bauhin)
Conyza squarrosa L. (basionimo per Pentanema squarrosum) Inula conyza DC.
Ita.: Enula baccherina, Inula coniza; Ger.: Dürrwurz; Eng.: Ploughman’s spikenard, Baccharis; Fra.: Herbe aux puces |
E ancora:
Nome storico |
Nome botanico corrente |
Autori |
Conyza major |
Dittrichia viscosa (L.) Greuter |
Dioscoride (Conyza major, Conyza major vera, Κόνυζα) Dodoens, Clusius, Gerard Bauhin (Conyza major monspeliensis odorata) |
“ |
Pentanema squarrosum (L.) D.Gut.Larr., Santos-Vicente, Anderb., E.Rico & M.M.Mart.Ort. |
Mattioli, Lobelius, (excl. Lobel. Adv.), Tabernaemontanus Bauhin (Conyza major vulgaris) Dodoens (Conyza major altera) |
Conyza media |
Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. |
Mattioli, Dodoens, Fuchs, Moris, Gerard |
Conyza minor |
Dittrichia graveolens (L.) Greuter |
Dioscoride Gerard (Conyza minor vera) |
“ |
Pulicaria vulgaris Gaertn. |
Mattioli |
Conyza minima |
Pulicaria vulgaris Gaertn. |
Dodoens, Moris, Gerard |
Quanto appena esposto implica che se intendiamo, ad esempio, riferirci all’erbario del Mattioli dobbiamo tener presente che al paragrafo sulla Conyza major sono riportate informazioni relative a due piante distinte: la prima parte del paragrafo, essendo una citazione di Dioscoride, tratta della Dittrichia viscosa (L.) Greuter, mentre la parte successiva, propria dell’autore toscano, contiene informazioni che verosimilmente sono miste e si riferiscono sia alla Dittrichia viscosa sia alla Pentanema squarrosum. Di seguito la parte di testo riportata da Dioscoride:
“La Coniza è di due specie . La minore è più odorifera , e la maggiore è pianta più alta , e ha più larghe frondi , e più grave odore . Sono le frondi d’amendue simili a quelle degli Olivi, pelose , grasse . Il fusto della maggiore cresce all’altezza di due gombiti , e quello della minore aggiunge a un piede . Il fiore è fragile , di colore giallo , e amaretto , il quale si spiuma in volatili fiocchi, le sue radici sono inutili . Caccia tutta la pianta le Serpi, sparsa cioè per terra e parimente fomentata , caccia i Culici9, e ammazza le Pulci . Impiastransi convenientemente le frondi in su i morsi delle Serpi , sopra i bruschi10, e in su le ferite . Bevonsi i fiori , e le frondi con Vino per provocare i mestrui , e il parto , e parimente alle distillazioni dell’orina , trabocco di fiele , e dolori delle budella: bevuti con Aceto ajutano il mal caduco . La decozione messa ne’bagni, che si fanno per sedervi dentro, medica i difetti della matrice . Il succo applicato , fa sconciare le donne . Ungesi l’erba efficacemente con olio al freddo , e al tremore . Unta leggiermente , la minore sana i dolori di testa. Ve n’è una terza specie , che produce il fusto più grosso , e più tenero , e le frondi maggiorette della minore: non grassa , e minore della maggiore : ma di molto più grave , e meno giocondo odore , come che non così valorosa. Nasce in luoghi umidi.” (v. [Mattioli])
Presumibilmente è corretto assegnare alla Dittrichia viscosa, piuttosto che alla Pentanema squarrosum, anche la descrizione della Conyza major fatta da Galeno e riportata sempre dal Mattioli:
“La Coniza maggiore, e minore simili di facoltà , e di temperamento, appajono al gusto amare, e acute . Scaldano apparentemente, impiastrandosi le frondi co’suoi ramuscelli (imperocchè è ella folta pianta) in alcun membro del corpo, ovvero ungendosi coll’ Olio , dove ella sia stata cotta ; perciocchè si vede , che tale Olio sana i tremori periodici , e circolari , e parimente il freddo . Hanno ancora i lor fiori simile virtù , e imperò sono alcuni , che li danno triti insieme colle frondi a bere nel Vino per provocare fortemente i mestrui, e il parto. Ve n’è una terza specie , che nasce in luoghi umidi , e acquastrini, d’odore più grave, e di virtù minore dell’altre . Ma le prime già commemorate scaldano e diseccano nel terzo ordine .” (v. [Mattioli])
John Gerard nel Cap. 131 “Of Fleabane” del Libro 2 del suo “The Herball” descrive dieci specie di Conyza, tra le quali Conyza major (Dittrichia viscosa), Conyza minor vera (Dittrichia graveolens), Conyza media (Pulicaria dysenterica) e Conyza minima (Pulicaria vulgaris). Sebbene le distingua dal punto di vista morfologico e botanico, riporta per tutte le stesse proprietà:
“Temperatura.
La Coniza è calda e secca nel terzo grado.
Virtù.
Le foglie e i fiori sono buoni contro la stranguria, l’itterizia e i rodimenti o i crampi al ventre.
La stessa presa con l’aceto aiuta nell’epilessia o mal caduco.
Se le donne si siedono sopra il suo decotto, ciò allevia notevolmente i loro dolori della Matrice.
L’erba bruciata dove si trovano mosche, moscerini, pulci o qualsiasi cosa velenosa, li allontana.” [Gerard]
Ovviamente è piuttosto difficile che queste dieci Asteracee condividano realmente le medesime proprietà. Piuttosto, la descrizione di Gerard è almeno parzialmente sovrapponibile con quella che Dioscoride fa della Conyza major (Dittrichia viscosa).
Castore Durante scrive per la Coniza maggiore:
“QVALITA’ . Scalda, & disecca nel terzo ordine, & è amara, & acuta.
VIRTV. Di dentro. Beuonsi i fiori, & le frondi per prouocare i menstrui, e’l parto , & parimente alle destillationi dell’vrina, al trabocco del fiele, & dolori delle budella; & beuuti con aceto giouano al mal caduco; & la sua decottion fatta in vino gioua all’opilatione del fegato. Mangiata quest’herba dalle capre l’ammazza.
VIRTV. Di fuori. Caccia tutta la pianta le serpi sparsa per terra, & parimente fomentata, caccia ancora le zenzale, & ammazza le pulci: il suo fumo scaccia i serpenti , & le lumache : le frondi impiastrate tirano fuori il veleno da i morsi de i serpenti , & purgano , & sanano ogni sorte di ferite, applicate alla fronte giouano alla frenesia: peste & applicate alle piante de i piedi fermano i flussi : La decottione messa ne i bagni , che si fan per sederui dentro , medica i difetti della madrice. Vngesi l’herba efficacemente al freddo , & al tremor delle febri . L’herba messa sopra al grano lo conserua lungo tempo, & lo difende dalle tignole.” [Durante]
Rispetto alle altre Coniza da lui descritte, il Durante dice che hanno proprietà più o meno simili a quelle della maggiore, aggiungendo che la Coniza minore e la Coniza terza sono principalmente utili in caso di dissenteria, bevute “in poluere in vino rosso, & austero” [Durante].
Dittrichia viscosa (L.) Greuter
Funzionalità primaria: |
|
Funzionalità secondaria: |
|
Natura: |
calda e secca nel terzo grado |
Sapore: |
aromatico, pungente/acre, amaro, leggermente astringente e leggermente salino (foglie) |
Tropismo: |
pelle, mucose, pelvi e utero, apparato urinario, apparato gastrointestinale e organi afferenti |
Azioni umorali11: |
supplementa il calore, risolve le stasi di tensione, flemma, sangue e melancolia, sostiene la tensione corretta, elimina il calore umido “tossico”; muove particolarmente verso il basso |
Azioni cliniche: |
abortivo, analgesico, antianemico, antibatterico, antidiabetico, antielmintico, antiflogistico, antinfiammatorio, antimalarico, antimicotico, antiparassitario (nematodi), antipertensivo, antipiretico, antisettico, antispasmodico, antiulcerogenico, antivirale, astringente, balsamico, depurativo del sangue, digestivo, diuretico, emmenagogo, espettorante, febbrifugo, fortificante generale, fungicida, insetticida, ipoglicemizzante, miorilassante, nematocida, tonico, tonico generale, ricostituente, vermifugo, vulnerario, cicatrizzante |
Droga: |
foglie, parti aeree non fiorite, parti aeree fiorite, radici |
Descrizione
La Dittrichia viscosa è una pianta usata in medicina fin dall’antichità, tant’è vero che già Dioscoride e Galeno ne hanno menzionato le proprietà. L’uso di tale pianta permane in alcune medicine tradizionali, specialmente del Medio-Oriente e di alcuni paesi africani (es., Marocco). In alcune regioni, è stata considerata per secoli una delle piante medicinali più efficaci.
Secondo Rivkah Asoulin, “chiamata dagli arabi ‘la cura per 40 disturbi’, è quasi più facile elencare a cosa non serve l’Inula viscosa” [Asoulin].
Ciò nonostante, è ormai quasi dimenticata come pianta medicinale, almeno nei paesi del Mediterraneo occidentale. In effetti, pochissimi libri moderni sulle erbe menzionano questa pianta.
In Spagna, la pianta è stata usata come sostituto del tabacco ed è parte di tutto un gruppo di piante note come “arnica”, tra le quali figura, ovviamente, anche l’Arnica montana [Obón, Palacin].
Questa associazione fa già intendere che la D. viscosa ha proprietà antitraumatiche. Infatti, la pianta è principalmente conosciuta, in tutte le tradizioni, per la sua efficacia nel trattamento di ferite e traumi (contusioni, ematomi, distorsioni) sia negli esseri umani sia negli animali [Obón, Palacin].
La pianta, infatti, possiede proprietà emostatiche, cicatrizzanti ed antisettiche che la rendono una vulneraria a tutto tondo. In caso di ferite, anche aperte e sanguinanti, possono essere applicate sulla parte affetta le foglie (fresche e contuse; cotte; secche e ridotte in polvere, eventualmente impiastrate con olio), il decotto delle parti aeree fiorite o non fiorite, oppure l’oleolito ottenuto per macerazione (tradizionalmente per un mese) dei fiori in olio. In tutti questi casi, la pianta agisce come vulnerario ed antisettico, favorendo la corretta cicatrizzazione dei tessuti lesi e prevenendo la comparsa di infezioni [Aleo, Dioscoride, Palacin, Parolin, Qasem, Salhi].
La D. viscosa ha anche attività antiparassitaria (nematodi ed elminti) [Abbas, Al-Dissi, Asoulin, Darias, Parolin, Talebi], antimicotica [Askarne, Asoulin, Cohen, Mahmoudi, Mrid, Parolin, Rhimi, Talebi, Wang], antivirale [Parolin] e antibatterica [Parolin, Mahmoudi, Mrid, Qasem, Rhimi, Talebi].
Le sue potenti proprietà antimicotiche rendono la D. viscosa utile anche nel trattamento delle malattie fungine delle piante, come la muffa blu degli agrumi, la peronospora della vite e le malattie fogliari indotte da patogeni delle famiglie Oomiceti, Ascomiceti e Basidiomiceti [Askarne, Cohen, Talebi, Wang].
Nella Medicina Tradizionale marocchina, la D. viscosa è utilizzata anche come espettorante, diuretica, antianemica e i suoi decotti sono usati per trattare l’ipertensione e il diabete mellito [Talebi].
Tutta la pianta è un potente emmenagogo e per tale motivo è impiegata per “provocare fortemente i mestrui, e il parto” (Galeno, come riportato in [Mattioli]). Infatti ha anche proprietà abortive importanti [Al-Dissi, Dafni, Dioscoride, Parolin, Talebi] che si manifestano anche solo mettendo il succo a contatto con la vagina [Dioscoride], inserendo le foglie nell’ano o praticando bagni di vapore con un infuso delle foglie [Dafni]. Ha dimostrato sperimentalmente di possedere attività anti-impianto, abortiva a medio termine e luteolitica [Al-Dissi].
Il macerato oleoso ottenuto dalla cottura delle foglie nell’olio d’oliva viene utilizzato per uso topico per curare le emorroidi e varie malattie gastrointestinali. Questo olio costituisce un ottimo unguento aromatico che può essere anche applicato sui polmoni, sul petto o sulla schiena per combattere le infezioni delle vie respiratorie superiori di tutti i tipi e per rafforzare il cuore e il sistema cardiovascolare [Asoulin].
Secondo Bashar Saad, le radici vengono utilizzate contro la tosse e il catarro, come antisettico ed espettorante che scioglie il catarro e supporta le mucose [Saad].
Tiene lontane le pulci: le foglie fresche possono essere utilizzate per preparare un infuso o un acetolito da spruzzare sugli animali, oppure utilizzate per un bagno; le foglie in polvere possono essere cosparse sugli animali o aggiunte a un bagno di polvere [Asoulin].
Secondo Khadija Laghrifi, i fiori freschi e secchi vengono spesso utilizzati come spezia nella cucina tradizionale mediterranea. Hanno un gusto amaro e astringente che si abbina a un’ampia varietà di cibi. Sono ampiamente utilizzati in cucina ed emanano un distinto odore di senape mentre vengono bruciati, motivo per cui vengono spesso utilizzati per aromatizzare i cibi durante la cottura al barbecue [Laghrifi].
In rari casi, la pianta fresca, la tintura o i preparati oleosi possono causare improvvise reazioni di tipo allergico. Le foglie in polvere sono significativamente meno allergizzanti [Asoulin].
Composizione
Sono stati condotti numerosi studi sulla composizione della D. viscosa e si è scoperto che la pianta contiene flavonoidi, tra cui ramnocitrina, metilaromadendrina e ispidulina (un ligando del recettore delle benzodiazepine che possiede proprietà antifungine, antinfiammatorie, antimutagene, antineoplastiche, antiosteoporotiche, ansiolitiche e pro-cognitive, protettive del fegato, oltre a un’attività estrogeno-simile e ad un profilo antiepilettico), fenolici (soprattutto acido clorogenico e acido caffeilchinico), diversi sesquiterpeni alifatici (derivati del farnesolo e del nerolidolo), eudesmanici (acidi α-costico, β-costico, isocostico, ilico e derivati), germacranolidici (tayunin), guaianolidici e secoguaianici (tomentosina), lattoni sesquiterpenici (inuviscolide e la già citata tomentosina), un digalattosil-diacilglicerolo (inugalactolipide A, che ha mostrato effetti notevoli in un modello di dermatite cronica sui ratti) e un olio essenziale. [Abrham, Ceccherelli, Dor, Gökbulut, Grauso, Kavvadias, Máñez, Patel]
La composizione dell’olio essenziale risulta essere abbastanza variabile a seconda della provenienza della pianta. Ad esempio, il componente principale è:
- un sesquiterpene biciclico carbossilato ossigenato (12-carbossieudesma-3,11(13)-diene o acido α-costico) quando l’olio essenziale viene estratto da piante raccolte in Puglia (Italia);
- l’alcool monoterpenico borneolo quando le piante provengono dalla Turchia; oppure
- l’alcool terziario allilico fokienolo quando le piante provengono dalla Spagna (vedi ad esempio [De Laurentis, Madani, Pérez‐Alonso]).
La D. viscosa è ricca di flavonoidi epicuticolari e negli essudati fogliari sono stati trovati più di 20 agliconi di flavonoidi, inclusi alcuni flavanoni. Il profilo spettrale dei flavonoidi mostra i massimi nella regione dannosa degli UV-B (280-320 nm), con un picco a 290 nm [Parolin].
È stata identificata una frazione altobollente di sette azuleni, due dei quali identificati come 1,4-dimetil-azulene (circa 50%) e camazulene (32%) [Lauro].
Dittrichia viscosa negli agrosistemi
La pianta può costituire un utile serbatoio di parassitoidi degli afidi. I suoi fiori sono infestati da Myopites stylata che provoca la formazione di galle e le cui larve sono parassitate dal parassitoide generalista Eupelmus urozonus associato a D. viscosa e che sverna nelle larve di M. stylata su D. viscosa. Poiché E. urozonus è anche uno dei principali parassitoidi della mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), questo complesso parassitario è molto utile per controllare questo parassita dell’olivo. [Parolin]
La D. viscosa esercita anche un effetto allelopatico. Il picco stagionale della concentrazione delle sostanze attive si verifica esattamente nel periodo in cui germinano la maggior parte delle piante mediterranee, quando arrivano le piogge autunnali e le sostanze allelopatiche vengono dilavate nel terreno. È stato dimostrato che le sostanze epicuticolari delle foglie sono potenti agenti allelopatici per i cianobatteri del suolo che fissano l’azoto, diminuendone drasticamente l’assimilazione fotosintetica della CO2 e aumentando il rapporto eterocisti/cellule vegetali e molto probabilmente l’assimilazione di N2 da parte dei cianobatteri. [Parolin]
La D. viscosa inibisce fortemente la germinazione delle spore e la crescita micellare in una varietà di funghi istopatogeni. La peronospora dell’uva è stata controllata mediante estratti di D. viscosa. L’effetto fitotossico è differenziale e tessuto-specifico con concentrazioni nel seguente ordine decrescente: foglia > fiore > stelo > radice. L’attività fungistatica dell’estratto vegetale aumenta con l’età della pianta, mentre le alte temperature riducono drasticamente gli effetti antifungini della D. viscosa. L’efficacia degli estratti di foglie nel controllo delle malattie è risultata simile nel materiale raccolto in tutto il periodo tra maggio a ottobre, suggerendo che, per l’uso pratico, la raccolta può essere condotta durante la maggior parte della stagione di crescita. Le foglie essiccate di D. viscosa conservate a temperatura ambiente per un anno o per 4 anni hanno prodotto un estratto efficace quanto quello delle foglie essiccate appena raccolte. [Cohen, Parolin]
La D. viscosa può fungere anche da pianta che attrae ed eventualmente mantiene, con le sue risorse di nettare e polline, una popolazione di insetti che sono nemici naturali dei parassiti delle piante, svolgendo quindi un ruolo importante nella conservazione e/o nell’incremento delle popolazioni di predatori negli agroecosistemi. Ad esempio, può essere un utile serbatoio di parassitoidi afidi, acari fitoseidi, predatori come Eupelmus urozonus, o il predatore miride Macrolophus caliginosus, solo per citarne alcuni. [Parolin]
Dittrichia viscosa come bioaccumulatore
La D. viscosa ha un’elevata capacità di crescere su terreni con elevate concentrazioni di nichel, magnesio o arsenico ed è stata proposta come pianta bioindicatrice di questi elementi nel suolo. Inoltre, ha un alto potenziale come bioaccumulatore. Su terreni contaminati da miniere in Sardegna, le foglie di D. viscosa hanno mostrato di contenere le più alte concentrazioni di elementi traccia. Le concentrazioni di metalli erano molto elevate nella biomassa epigea (il contenuto medio di metalli era Zn: 1680 mg/kg, Pb: 420 mg/kg, Cd: 28 mg/kg). In una palude salmastra del Mediterraneo inquinata da rifiuti minerari sono state riscontrate le concentrazioni di metalli e arsenico più elevate tra le 21 specie di piante analizzate (~270 mg/kg Pb, ~640 mg/kg Zn, ~23 mg/kg As). La D. viscosa ha mostrato un elevato fattore di trasferimento – ovvero il rapporto tra la concentrazione di metalli pesanti nelle parti aeree e quella nelle radici, un buon indice di traslocazione in una pianta – rispetto a tutti gli elementi e le specie vegetali studiate. [Parolin]
Proprietà
Temperatura e sapore
Calda e secca nel terzo grado (D. viscosa e D. graveolens; Galeno, come riportato in [Mattioli]).
Le foglie hanno un sapore aromatico, pungente/acre, amaro, leggermente astringente e leggermente salino.
Segnature
N/A
Fasi tissutali
N/A
Azioni e indicazioni
Azioni umorali
Essendo una pianta molto calda ha la capacità di aumentare in maniera significativa il calore dell’organismo in toto o dei suoi distretti e di mettere in movimento i liquidi e sbloccare/sostenere le attività organiche. Rimuove, pertanto, le stasi di tensione e supplementa la tensione corretta (antispasmodica, antiipertensiva, cicatrizzante) e, inoltre, risolve le “oppilazioni” (stranguria, urinazione impedita dalla presenza di calcoli, colestasi, amenorrea/dismenorrea, emorroidi). Ha la capacità di “muovere fortemente il sangue” nella regione pelvica, stimolando così le mestruazioni e il parto (fino a indurre l’aborto). Essendo secca nel 3° grado è capace di risolvere tutte le condizioni caratterizzate da umidità. In particolare, è adatta a risolvere le condizioni caldo-umide (fermentazioni, putrefazioni).
Tropismo
Pelle, mucose, pelvi e utero, apparato urinario, apparato gastrointestinale e organi afferenti.
Azioni cliniche
Abortivo, analgesico, antianemico, antibatterico, antidiabetico, antielmintico, antiflogistico, antinfiammatorio, antimalarico, antimicotico, antiparassitario (nematodi), antipertensivo, antipiretico, antisettico, antispasmodico, antiulcerogenico, antivirale, astringente, balsamico, depurativo del sangue, digestivo, diuretico, emmenagogo, espettorante, febbrifugo, fortificante generale, fungicida, insetticida, ipoglicemizzante, miorilassante, nematocida, tonico, tonico generale, ricostituente, vermifugo, vulnerario, cicatrizzante.
Azioni principali:
- Abortivo (per uso sia interno sia esterno) [Al-Dissi, Dafni, Dioscoride, Parolin, Talebi]:
- Anti-impianto, abortivo di medio termine, luteolitico [Al-Dissi].
- Uso: bagno di vapore (la donna si siede sopra il vapore di un’infusione di foglie, 3 giorni dopo il rapporto); foglie macinate applicate nelll’ano [Dafni].
- Liter.: “Il succo applicato , fa sconciare le donne” [Dioscoride].
- Analgesico [Obón, Side Larbi].
- Antielmintico [Abbas, Al-Dissi, Asoulin, Talebi].
- Antianemico [Al-Dissi, Talebi].
- Antibatterico, inibitore microbico [Parolin, Mahmoudi, Mrid, Qasem, Rhimi, Talebi].
- Antidiabetico, ipoglicemico [Abbas, Allali, Asoulin, Parolin, Qasem, Talebi, Yaniv, Zeggwagh].
- Antipertensivo [Asoulin, Kattouf, Qasem, Talebi]:
- l’estratto acquoso di foglie di viscosa ha effetto inotropo negativo dose-dipendente [Kattouf].
- Antiparassitario (nematodi), nematocida [Parolin, Talebi]:
- contro Meloidogyne javanica, Heterorhabditis bacteriophora [Talebi].
- Antiflogistici, antiinfiammatorio [Abrham, Al-Dissi, Parolin, Saad].
- Antimalarico [Quer].
- Antimicotico [Askarne, Asoulin, Cohen, Mahmoudi, Mrid, Parolin, Rhimi, Talebi, Wang]:
- contro Penicillium italicum, Plasmopara viticola e altri Oomiceti, Ascomiceti e Basidiomiceti (principalmente estratti con acetone e/o esano) [Askarne, Cohen, Parolin, Talebi, Wang].
- Antipiretico, febbrifugo [Abbas, Al-Dissi, Darias, Obón, Parolin, Qasem, Saad]:
- Parte usata: parti aeree fiorite (Isole Canarie) [Darias].
- Antisettico [Abbas, Al-Dissi, Martelli, Parolin, Saad]; (roots) [Saad].
- Antispasmodico [Abbas].
- Anti-ulcerogenico [Parolin].
- Antivirale [Parolin].
- Astringente [Quer].
- Balsamico [Parolin].
- Digestivo [Obón].
- Diuretico [Abbas, Al-Dissi, Talebi].
- Emmenagogo (forte, fiori e parti aeree) [Dioscoride]:
- Liter.: “Bevonsi i fiori , e le frondi con Vino per provocare i mestrui , e il parto” [Dioscoride].
- Liter.: “Hanno ancora i lor fiori simile virtù , e imperò sono alcuni , che li danno triti insieme colle frondi a bere nel Vino per provocare fortemente i mestrui, e il parto” (Galeno riportato in [Mattioli]).
- Espettorante [Al-Dissi, Qasem, Saad, Talebi]; (roots) [Saad].
- Emostatico [Bar-Shalom].
- Insetticida [Obón].
- Purificatore del sangue [Asoulin].
- Rilassante muscolare [Abbas, Qasem, Saad, Said]; (leaves) [Saad]:
- 200 g di materiale vegetale vengono fatti bollire per 5 minuti in 5 l di acqua e il decotto viene utilizzato per effettuare un bagno di vapore o aggiunto al bagno normale [Said].
- Tonico [Qasem], tonico generale [Abbas, Dafni], fortificante generale [Asoulin], ricostituente (radici; Morocco) [Bellakhdar2].
- Vermifugo [Abbas, Al-Dissi, Asoulin, Darias, Talebi].
- Vulnerario, cicatrizzante [Dafni, Dioscoride, Martelli, Palacin, Quer, Saad, Salhi].
Indicazioni specifiche
Mind
- N/A
Sistemico
- Cancro [Abbas, Asoulin, Jaradat, Talib]:
- Cancro ai reni e alla vescica [Jaradat].
- Particolarmente per colon [Asoulin].
- Rimedio tradizionale per il cancro [Talib].
- Confermato sperimentalmente (principalmente in vitro) [Bar-Shalom, Brahmi-Chendouh, Doudach, Merghoub, Merghoub2, Messaoudi, Mrid, Rechek, Talebi, Talib, Talib2, Toros].
- Infezioni [Asoulin, Martelli, Parolin, Qasem, Saad]:
- Infezioni batteriche e virali di qualunque tipo. [Asoulin]
- capace di agire come:
- antibatterico o inibitore microbico [Parolin, Mahmoudi, Mrid, Qasem, Rhimi, Talebi]
- antimicotico [Askarne, Asoulin, Cohen, Mahmoudi, Mrid, Parolin, Rhimi, Talebi, Wang]
- antivirale [Parolin]
- antisettico (generale) [Abbas, Al-Dissi, Martelli, Parolin, Saad].
- Febbre [Abbas, Al-Dissi, Darias, Obón, Parolin, Qasem, Saad].
- Malaria [Quer].
Sistema nervoso centrale
- Epilessia (fiori e parti aeree) [Dioscoride]:
- Liter.: “[i fiori , e le frondi] bevuti con Aceto ajutano il mal caduco” [Dioscoride].
Testa
- Cefalea [Qasem].
Occhi
- Infezioni oculari [Qasem].
- Dolori oculari [Obón].
Bocca
- Mal di denti e igiene orale (decotto di infiorescenze, per gargarismi; inalazione di vapori da foglie bollite in acqua) [Dafni].
Apparato respiratorio
- Catarro, come espettorante [Al-Dissi, Qasem, Saad, Talebi]; (radici) [Saad].
- Infezioni respiratorie [Al-Dissi, Asoulin, Qasem], respiratory troubles [Obón]:
- Infezioni delle vie respiratorie superiori (uso esterno; macerato oleoso ottenuto cuocendo le foglie in olio d’oliva, posto sopra i polmoni sul petto o sulla schiena) [Asoulin].
- Infezioni polmonari e malattie polmonari (foglie secche aggiunte alle miscele da fumare) [Asoulin].
- Bronchite [Al-Dissi, Qasem].
- [Obón].
- Tubercolosi [Al-Dissi].
- Tosse [Abbas, Saad]:
- Tosse cronica [Abbas].
- Parte usata: radici [Saad].
Apparato cardiovascolare e sangue
- Disturbi cardiovascolari [Asoulin].
- Ipertensione [Asoulin, Kattouf, Qasem, Talebi].
- Per rafforzare il cuore e il sistema cardiovascolare (uso esterno; macerato oleoso ottenuto dalla cottura delle foglie in olio, solitamente d’oliva, posto sopra i polmoni sul petto o sulla schiena) [Asoulin].
- Anemia [Al-Dissi, Talebi].
Apparato gastrointestinale
- Disturbi gastrointestinali [Asoulin, Dioscoride, Obón, Parolin], disturbi gastroduodenali [Al-Dissi] (principalmente come antispasmodico):
- Dolori colici (“dolori delle budella”; fiori e parti aeree). [Dioscoride]
- Dolori intestinali negli animali [Obón].
- Mal di stomaco [Obón, Saad]; (leaves) [Saad].
- Uso: uso esterno; macerato oleoso ottenuto dalla cottura delle foglie in olio d’oliva, posto sopra i polmoni sul petto o sulla schiena [Asoulin].
- Emorroidi (uso esterno; macerato oleoso ottenuto dalla cottura delle foglie nell’olio d’oliva). [Asoulin, Obón, Qasem]
- Vermi intestinali [Abbas, Al-Dissi, Asoulin, Darias, Talebi]:
- Parte usata: foglie in polvere aggiunte all’alimentazione del bestiame, anche come parte di una formula più ampia; anche a scopo preventivo [Asoulin].
- Parte usata: parti aeree fiorite (Isole Canarie) [Darias].
Metabolismo
- Diabete (decotto delle foglie o della pianta intera) [Abbas, Al-Dissi, Allali, Asoulin, Obón, Qasem, Talebi, Yaniv, Zeggwagh]; diabete mellito [Talebi]
- Metodo tradizionale marocchino: 1 g di pianta intera in polvere mescolato con 100 ml di acqua viene fatto bollire per 10 minuti, raffreddato per 15 minuti e filtrato [Zeggwagh].
Fegato e cistifellea
- Colestasi, ittero (fiori e parti aeree). [Dioscoride]
- Liter.: “Bevonsi i fiori , e le frondi [… al] trabocco di fiele” [Dioscoride].
Apparato urinario
- Infermità delle vie urinarie [Palacin, Quer], Kidney pain [Obón]:
- “Mal de riñón”12 (uso esterno; infuso di foglie e fiori). [Palacin]
- Calcoli renali [Qasem].
- Stranguria (fiori e parti aeree) [Dioscoride].
- Liter.: “Bevonsi i fiori , e le frondi […] alle distillazioni dell’orina” [Dioscoride].
Apparato riproduttivo
- Infertilità [Qasem, Said]:
- Uso: 200 g di materiale vegetale vengono fatti bollire per 5 minuti in 5 l di acqua e il decotto viene utilizzato per un bagno di vapore o aggiunto al bagno normale [Said].
- Amenorrea, dismenorrea [Dioscoride, Mattioli].
- Aborto (induce, per uso sia interno sia esterno) [Al-Dissi, Dafni, Dioscoride, Parolin, Talebi].
Apparato muscoloscheletrico
- Reumatismi, dolori reumatici (uso esterno, per uomini e animali: decotto delle parti aeree fiorite, oleolito dei fiori, impiastro caldo della pianta cotta, decotto di radici e foglie, bagno di vapore con decotto caldo delle foglie) [Al-Dissi, Dafni, Obón, Palacin, Salhi, Talebi].
- Dolori muscolari (come rilassante muscolare) [Abbas, Qasem, Said].
- Fratture ossee [Dafni, Qasem]:
- Liter.: “‘per ammorbidire le ossa’ (del grasso di agnello cotto con le foglie viene applicato sull’osso prima della seconda rottura, il punto della ferita viene ammorbidito con i vapori di Inula)” [Dafni].
- Paralisi locali [Dafni, Qasem]:
- Foglie estratte a caldo con olio, applicate direttamente; bagno di vapore, insieme a foglie di Salvia fruticosa [Dafni].
- Artrite [Qasem].
Pelle
- Ferite, ferite aperte e sanguinanti (uso esterno, per uomini e animali: foglie fresche impiastrate, polvere delle foglie, polvere delle foglie impiastrata con olio, impiastro caldo della pianta cotta13, decotto delle parti aeree fiorite o dei fusti, oleolito dei fiori) [Aleo, Dafni, Dioscoride, Martelli, Obón, Palacin, Parolin, Qasem, Quer, Saad, Salhi]:
- Liter.: “più efficace dell’Achillea millefolium per gli animali. È un eccellente emostatico, blocca le emorragie, le ferite aperte e purulente negli animali ancora più velocemente che negli esseri umani” [Asoulin].
- Contusioni [Obón, Palacin, Parolin, Quer]:
- (uso esterno, per uomini e animali: decotto delle parti aeree fiorite, oleolito dei fiori, impiastro caldo della pianta cotta). [Obón, Palacin, Parolin, Quer]
- Liter.: “per rinforzare parti indebolite o gonfie a seguito di una caduta” (uso interno; decotto). [Quer]
- Ematomi [Obón].
- Distorsioni [Obón].
- Malattie della pelle [Dioscoride, Obón, Parolin], irritazioni della pelle [Saad], infezioni della pelle (fungine e virali) [Asoulin]:
- Foruncoli (uso esterno, foglie impiastrate) [Dioscoride].
- Dermatite cronica [Parolin].
- Eczema [Obón].
- Erisipele [Obón].
- Infezioni fungine persistenti (da sola o come parte di una formulazione, sia localmente che internamente) [Asoulin].
- Infezioni fungine e virali della pelle (come verruche; foglie in polvere sia da sole che in formulazione; con successo quasi miracoloso) [Asoulin].
- Verruche sui piedi (scarpe riempite di foglie; piede ricoperto con succo delle foglie; bagno di vapore con le foglie) [Dafni].
- Scabbia (radici cotte nel vino; unguento a base di radici e foglie). [Quer]
- Pelle indurita sui piedi (scarpe riempite di foglie; piede ricoperto con succo delle foglie; bagno di vapore con le foglie) [Dafni]
- Calli dolenti [Obón].
- Ustioni (uso esterno; foglie fresche o essiccate in polvere oppure polvere di foglie essiccate mescolata con olio) [Obón, Qasem].
- Sudorazione eccessiva [Asoulin]:
- Liter.: “qualche foglia nelle scarpe per combattere la sudorazione eccessiva dei piedi o di altre zone del corpo, utilizzando i piedi come radici per ‘assorbire’ le proprietà medicinali della pianta e distribuirle in tutto il corpo dove sono più necessarie; una foglia può essere posizionata in altre aree sudate, oppure le foglie essiccate e in polvere possono essere usate come deodorante” [Asoulin].
- Morsi delle serpi (uso esterno, foglie impiastrate). [Dioscoride]
Parti usate e raccolta
Tutte le parti della pianta hanno efficacia terapeutica: foglie, parti aeree non fiorite, parti aeree fiorite, radici. È importante evitare l’ingestione dei pappi perché possono causare lesioni anche importanti della mucosa gastrointestinale (v. “Controindicazioni ed effetti collaterali”).
Preparazione e dosaggio
La pianta può essere impiegata fresca o essiccata per la preparazione di tisane o decotti oppure fresca per la preparazione di tintura e oleolito.
Controindicazioni ed effetti collaterali
Sono stati condotti pochissimi studi sulla tossicità della D. viscosa ma tutti hanno dimostrato che la pianta è priva di qualsiasi tossicità significativa, sia nei test di somministrazione acuta che in quella (sub)cronica.
In uno studio di tossicità acuta, l’estratti metanolico (ottenuto da piante essiccate e polverizzate) e l’olio essenziale (ottenute mediante idrodistillazione) da materiale vegetale di D. viscosa raccolto in Algeria sono stati somministrati a ratti a dosi di 300, 600, 1000, 1500, 2000, 2500 mg/kg di estratto metanolico e dosi da 0,3, 0,5, 1, 1,5, 2, 3 ml/kg di olio essenziale per via orogastrica. I gruppi trattati sono stati osservati per tre ore dopo la somministrazione e fino a 14 giorni. Lo studio ha rilevato una LD50 superiore a 2500 mg/Kg per l’estratto metanolico e superiore a 3 ml/kg per l’olio essenziale [Side Larbi].
In un altro studio volto a rilevare la tossicità acuta e subcronica di D. viscosa, gli estratti in n-esano e metanolici di foglie e fiori (ottenuti da campioni raccolti in Algeria, essiccati, polverizzati ed estratti con solventi in un apparecchio Soxhlet) sono stati somministrati per via orale a topi albini svizzeri in dosi singole di 400 mg/kg e 800 mg/kg (tossicità acuta) e in dosi giornaliere di 400 mg/kg e 800 mg/kg a ratti Wistar per 28 giorni (tossicità subcronica). I risultati ottenuti nello studio sulla tossicità acuta mostrano che nessuna delle dosi ha causato la morte nei topi trattati. Lo studio della tossicità subcronica ha rivelato un cambiamento leggermente significativo nell’equilibrio biochimico (diminuzione dell’AST in gruppi di ratti trattati con estratto metanolico di foglie alla dose di 800mg/Kg e aumento dell’urea in gruppi di ratti trattati con estratto metanolico di fiori alla dose di 800mg/Kg, rispetto al gruppo di controllo). Non sono stati osservati cambiamenti significativi nell’equilibrio ematologico. Anche gli organi studiati sono rimasti intatti. Pertanto, lo studio non ha mostrato alcuna tossicità acuta o subcronica alle dosi studiate [Ouachia].
Un estratto in acetone di D. viscosa somministrato per via intraperitoneale a ratti maschi maturi per 60 giorni non ha prodotto effetti deleteri significativi. Uno studio sulla fertilità di una generazione condotto per rilevare gli effetti teratogeni di questa pianta non ha prodotto differenze statisticamente significative nel conteggio degli spermatozoi, nella morfologia degli spermatozoi, nel livello di testosterone sierico totale o nel numero e nel peso dei neonati. Non sono stati osservati difetti morfologici evidenti nei neonati dei gruppi trattati e di controllo. Uno studio istologico ha dimostrato una spermatogenesi normale. Inoltre, è stata osservata una normale architettura di prostata, fegato e reni. Tuttavia, sono state rilevate alcune alterazioni morfologiche nelle vescicole seminali (l’altezza delle pieghe della mucosa nelle vescicole seminali era più breve nei gruppi trattati con D. viscosa). Inoltre, i test epatici e renali erano normali. Questo studio non ha riportato effetti tossici dell’estratto di D. viscosa nei ratti maschi [Abbas].
Bashar Saad riporta, per le foglie, un valore dell’LD50 pari a 11,9 g/kg peso, ma non viene fornito alcun ulteriore riferimento a riguardo [Saad].
In un singolo studio, gli autori concludono che, se applicato in dosi elevate, l’estratto grezzo delle foglie di D. viscosa mostra attività citotossica e genotossica sulle cellule del meristema della radice di Allium cepa, suggerendo che, sebbene D. viscosa abbia effetti benefici come pianta medicinale, essa può causare seri problemi e danni alle cellule se usata in modo improprio [Çelik].
In letteratura sono riportati alcuni casi di dermatite sia da contatto con la pianta fresca che con i suoi estratti [Asoulin, Gonçalo, Pinedo, Sertoli]. Polverizzare le foglie riduce significativamente la probabilità di tali eventi e rende la pianta meno irritante [Asoulin].
La pianta viene talvolta segnalata come “nota per essere tossica per gli animali”. Ciò vale anche per la D. graveolens ed esattamente per lo stesso motivo. Gravi perdite di animali sono state infatti attribuite a D. graveolens, non però a causa di sostanze tossiche contenute nella pianta, quanto piuttosto a causa del danno meccanico prodotto dai semi e dalle setole del pappo che penetrano nella mucosa gastrica e intestinale degli animali. Questo danno può causare enterite e predisporre ad enterotossiemia. L’animale può morire di malattia renale polposa. La morte può essere improvvisa [Parsons, Philbey].
Dermatiti da contatto, contaminazione del latte e della carne ed esacerbazione della tossicità del tetracloruro di carbonio14 sono stati attribuiti all’esposizione a D. graveolens [Philbey, Setchell].
Essendo tradizionalmente ritenuta abortiva, l’uso della pianta, di sue parti o di suoi derivati è assolutamente controindicato durante la gravidanza sia per ingestione, sia per applicazione diretta su mucose di vagina e ano, sia per bagni, semicupi o fumigazioni di vagina e perineo (vapori vaginali).
Omeopatia
Non sono note sperimentazioni della pianta in omeopatia.
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Side Larbi et al., “Central Analgesic Property of Extracts and Essential Oils from Inula viscosa And Anacyclus valentinus (Asteraceae) In Wistar Rats”, J. Appl. Environ. Biol. Sci., 6(9)72-77, 2016 |
[Salmon] |
William Salmon, “Botanologia. The English Herbal or History of Plants”, London (1710) |
[Soltani] |
Soltani et al., “The effect of aqueous extract of Inula viscosa plant on arthritic rats”, Journal of Chemical and Pharmaceutical Research, 2015, 7(5):349-352 |
[Stokes] |
Jonathan Stokes, “A Botanical Materia Medica”, London (1812) |
[Talebi] |
Marjan Talebi et al., “Novel multi-target therapeutic potential of the genus Inula: Advances and opportunities for neuroprotection”, Pharmacological Research – Modern Chinese Medicine 7 (2023): DOI: 10.1016/j.prmcm.2023.100263 |
[Talib] |
Talib et al., “Antiproliferative Activity of Plant Extracts Used Against Cancer in Traditional Medicine”, Sci Pharm. 2010; 78; 33–45. |
[Talib2] |
Talib et al., “Antiproliferative, Antimicrobial and Apoptosis Inducing Effects of Compounds Isolated from Inula viscosa”, Molecules 2012, 17, 3291-3303 |
[Targioni Tozzetti] |
Ottaviano Targioni Tozzetti, “Istituzioni botaniche”, III ed., Firenze (1813) |
[Tenore] |
Michele Tenore, “Dell’erba Baccara degli Antichi”, in: Atti dell’Accademia Pontaniana, Fascicolo I del Volume VI, pp. 297-321 (314-338), Napoli (1850) |
[Tenore2] |
Michele Tenore, “Flora Napolitana”, Napoli, Stamperia Reale, 1811-1838 |
[Toros] |
Pelin Toros et al., “The Effect of Herbal Medicine on Colon Cancer Cells in Culture”, Proceedings 2017, 1, 1033; doi:10.3390/proceedings1101033 |
[Wang] |
Wenqiao Wang et al., “Control of Plant Diseases by Extracts of Inula viscosa”, Phytopathology, 2004; 94(10),1042-1047; DOI: 10.1094/PHYTO.2004.94.10.1042. |
[Wood] |
Matthew Wood, “The Earthwise Herbal – A Complete Guide to Old World Medicinal Plants”, North Atlantic Books (2008) |
[Yaniv] |
Yaniv et al., “Plants Used for the Treatment of Diabetes in Israel”, Journal of Ethnophamacology, 19 (1987) 145-151 |
[Zeggwagh] |
Zeggwagh et al., “Study of hypoglycaemic and hypolipidemic effects of Inula viscosa L. aqueous extract in normal and diabetic rats”, Journal of Ethnopharmacology 108 (2006) 223–227 |
Note
1. In realtà, ad oggi, mentre l’identità delle Conyza major di Dioscoride sembra ormai certa, non tutti i botanici concordano con l’opinione del Tenore sull’identità della Baccara (v. oltre).
2. Per Geele Müntz e Dürr-Wurtz rispettivamente.
3. Per herb aux puces.
4. Nel testo del Mattioli, la pianta indicata come Conyza minor è l’attuale Pulicaria vulgaris Gaertn., mentre la Conyza media è la Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. (v. anche [Tenore2]).
5. Trad.: “dura, legnosa”, “La pianta intera è grassa e glutinosa, con un odore forte ma complessivamente non sgradevole”. La Pentanema squarrosa non è legnosa, non ha foglie vischiose (“glutinous”) né tantomeno tutta la pianta ha un forte odore. Infatti sono profumati solo i suoi fiori, che hanno un odore abbastanza delicato, e le radici che emanano un odore piuttosto intenso che rimanda ad una miscela tra canfora e trementina, con un vago sentore di cannella quando sono fresche. La Dittrichia viscosa, invece, è tutta vischiosa e tutte le sue parti sono fortemente odorose.
6. La Conyza minima secondo Gerard è Dittrichia graveolens (L.) Greuter, come risulta dalla descrizione della pianta (“è divisa in rametti, ed [è] anche ruvida e glutinosa come la precedente, ma più verde. Le foglie sono tre volte più piccole rispetto a quelle della prima, in qualche modo di forma simile a quelle della Linaria, ma pelosi e untuosi. […] La radice è singola e annuale, e l’intera pianta più odorosa della prima”). A riguardo l’autore scrive: “Questa è ritenuta essere la Conyza fœmina di Teofrasto; e la Con. minor di Dioscoride: è la Con. minor di Gesner, Lobelius, Clusius e altri”. [Gerard]
7. Sia per la figura dell’erbario che mostra chiaramente fiori con ligule ben sviluppate sia per la descrizione (“La coniza minore ha le foglie […] che trita s’attaccano alle dita” [Durante]).
8. Descrizione ambigua che sembra solo parzialmente corrispondere alla Conyza minor vera di Gerard, ossia alla Dittrichia graveolens. Infatti, ad esempio, nella D. graveolens il fusto non è liscio ma è ghiandoloso-vischioso.
9. Zanzare.
10. Probabilmente foruncoli.
11. V. paragrafo “Note sugli umori”.
12. Liter.: “mal di reni”. Espressione che indica o una generica affezione renale oppure (specialmente in Sud America) più specificamente l’insufficienza urinaria.
13. Presumibilmente da sconsigliarsi in caso di ferite sanguinanti.
14. Il tetracloruro di carbonio, sostanza fortemente epatotossica, un tempo veniva somministrato alle pecore in piccole dosi come antielmintico. In [Setchell] viene segnalata la perdita di tre pecore, a causa della co-somministrazione di D. graveolens e tetracloruro di carbonio, ma le condizioni dell’esperimento sono piuttosto poco chiare.