Zafferano

Lo zafferano (Crocus sativus L.) è una spezia dalle mille virtù, in cucina e in erboristeria, considerata un valido rimedio già dai nostri antichi.

Ne scrive Castore Durante, nel suo “Herbario nuovo”:
QUALITA’. È caldo nel secondo grado, è secco nel primo, ritenendo in se un certo poco del frigido, & del terrestre, apre, ripercuote (*), digerisce, corrobora, & ancora mollifica. Sofisticasi mescolandovi sapa, perché più pesi, overo pestandolo con fior di cartamo: ma l’odore, e’l colore, scuoprono la magagna.
VIRTU’. Di dentro. Il croco conforta il cuore, purifica il sangue, scaccia i veleni dal cuore, mangiato, ò bevuto, provoca l’urina, e i mestrui, fa buon colore, usato moderatamente. Bevuto con sapa, vale contra l’ebriachezza, stimula la lussuria, giova al trabocco del fiele, massime bevuto con vin dolce, ò malvagia. La radice bevuta con sapa, provoca l’urina, ma bevuta al peso di due, o tre dramme, è mortifera, è così il fiore, il quale giova nella debolezza, & all’ulcere dello stomaco, del petto, del fegato, del pomone, delle reni, e della vessica, mangiato ne cibi: ma il soverchio uso, & l’odore, offende la testa, offusca l’intelletto, fa l’huomo pallido, & lo fa morir ridendo, apportando troppa allegrezza.
VIRTU’. Di fuori. Giova a i membri paralitici, mollifica le durezze de nervi, & se ne fa l’ossicrocio utilissimo a questo effetto, mescolasi utilmente ne i collirij, che si fanno per gl’occhi, con latte di donna, il seme del croco silvestre, trito con mano, ò sospeso al collo, vale efficacemente a i morsi de gli scorpioni è utile a i difetti del sedere, e della natura, messo ne gli impiastri, è parimente alle posteme dell’orecchie. Masticato il zaffarano, & poschia buttatone il fiato al viso delle donne, che si sono lisciate, gli fa il volto pallido.

Sempre Castore Durante, ne “Il tesoro della Sanità” (1590):
Scelta. Il migliore è il fresco, ben colorito, & che habbia nella fila alquanto di bianco, lungo, non fragile, pieno, che bagnato tinga le mani, & habbia grato odore.
Giovamenti. Conforta lo stomaco & le viscere, apre l’opilazione del fegato, conferisce (+) alla milza, fa buon colore, leva la putrefattione, induce il sonno, eccita al coito, letifica il core, provoca i menstrui, & l’orina, & facilita il parto, ma non se ne deve dare più di due dramme.
Nocumenti. Và alla testa facendo dolore, sonnolentia, & offuscando i sensi, fà nausea, leva l’appetito, & dato in troppa quantità, cioè fino a tre dramme, è veleno, che fà morire subito ridendo, & il suo odore ferisce il capo.
Rimedi. Si adopri l’inverno in poca quantità, da’ vecchi, da’ flemmatici, & da’ melanconici.

E ancora il Mattioli aggiunge:
Il croco ha ancora un poco del costrettivo, il quale ha del terreo, e del frigido. Ma eccede in esso la virtù calida, di modo che tutta la sua essenza arriva al secondo grado di calidità, e al primo di siccità; e imperò ha egli una certa virtù di maturare, al che l’aita quel poco, che ha di costrettivo. Veramente tutti quei medicamenti, che non sono troppo caldi, e che hanno un poco dello stitico, hanno la pari facoltà d’essenze, che chiamiamo, emplastice, e maturative, le quali congiungendosi con un’eccessiva caldezza, sono concottive […].

Purifica il sangue dalle scorie melancoliche e flemmatiche, ristora il cuore (è antidepressivo) ed è la droga tradizionalmente più efficace per trattare il morbillo e il vaiolo (v. per esempio “Culpeper’s English Physician; and Complete Herbal”).

(*) Rimanda indietro gli umori (es., il sangue, i liquidi organici) o una malattia (es., scabbia); talvolta con il significato di risolvere un’infiammazione o un’infezione.
(+) Giovare.

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Commenti

  1. Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Proprio ieri ho pubblicato una monografia sullo zafferano più completa rispetto all’articolo che hai commentato. Se ti interessa puoi dare uno sguardo e fammi sapere cosa ne pensi: https://www.alleanzaverde.com/blog/crocus-sativus-l-monografia/
    Grazie 😊

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