La Teoria Energetica della Tradizione Mediterranea

Perché si possano comprendere le azioni delle piante intese secondo le medicine tradizionali è fondamentale conoscere le filosofie e i modelli che sono sottese da tali tradizioni. La medicina odierna è basata su un approccio principalmente analitico ed è fondata sulla biochimica e sulle moderne concezioni di anatomia, fisiologia e patologia; tutte le medicine tradizionali, invece, si basano su modelli più o meno divergenti da quelli attuali ed hanno un inquadramento solitamente di tipo più analogico ed “energetico” (cioè, funzionale).

Sempre più spesso si sente parlare di Medicina Cinese e di Medicina Ayurvedica, le più importanti medicine tradizionali del continente asiatico. Meno conosciuta oggi, ma altrettanto importante dal punto di vista storico, è la medicina ippocratico-galenica (così chiamata dal nome dei due più importanti “formulatori” della relativa scuola di pensiero), un’altra medicina per così dire “energetica” che è nata e si è affermata in tutto il bacino del Mediterraneo.

I quattro elementi e le quattro qualità

[Giannelli], [Prioreschi], [Wood], [Wood2]

L’antica medicina greca di derivazione ippocratica, che è stata la base anche per la medicina romana (specialmente per la Scuola cosiddetta Dogmatica), mediterranea e, successivamente, per quella arabo-islamica (compresa l’Unani, che è tuttora una delle medicine ufficiali della Repubblica Indiana), affonda le sue radici nel modello cosmologico classico e antico dei quattro elementi, postulato da Anassimene di Mileto ma la cui formulazione è generalmente attribuita ad Empedocle e che verrà sistematizzato nella cultura greca soprattutto da Aristotele.

I quattro elementi sono associati a quattro qualità elementari o qualità prime: caldo, freddo, secco e umido. Queste non sono legate alla temperatura fisica o al contenuto di acqua di un sistema, ma piuttosto sono da considerarsi principi immateriali descrivibili in base alle loro “azioni”. Secondo Aristotele:

  • il Caldo è il principio che associa oggetti della stessa natura;
  • il Freddo è il principio che associa insieme oggetti di stessa o diversa natura;
  • l’Umido non è determinato da alcun limite suo proprio ed è facilmente limitabile o adattabile nella forma;
  • il Secco è il principio che è determinato da un limite suo proprio, ma difficilmente limitabile o adattabile nella forma.

Il Caldo e il Freddo sono qualità attive; il Secco e l’Umido sono qualità passive.

Ciascuna qualità esercita azioni sue proprie:

  • il Caldo eleva, alleggerisce, espande e dilata, mette in moto, rende scorrevole e penetrante, apre;
  • il Freddo abbassa, appesantisce, contrae e stabilizza, ferma, rallenta, impedisce la penetrazione, viscosizza, chiude;
  • il Secco accentua, assottiglia, acuisce, chiude, indurisce, fa tendere agli estremi;
  • l’Umido modera, ispessisce, arrotonda, mitiga, ammorbidisce, fluidifica, fa tendere all’equilibrio.

Ogni elemento è caratterizzato da una coppia di queste qualità accostate per complementarità (una attiva e una passiva):

  • il Fuoco è Caldo in primo grado1 (o grado summus, nei testi medievali) e Secco in secondo grado (o grado remissus);
  • l’Aria è in primo grado Umida, in secondo grado Calda;
  • l’Acqua è in primo grado Fredda, in secondo grado Umida;
  • la Terra è in primo grado Secca, in secondo grado Fredda.

Gli elementi sono qualcosa di originario e pertanto non devono pensarsi come “composti” dalle qualità. Anche essi vanno intesi come entità metafisiche che sottendono e regolano i fenomeni reali. Nell’Universo, tendono a stratificarsi in base alla loro densità.

Il primo è il Fuoco, il più leggero e rarefatto, altamente diffusivo. Esso rappresenta e anima tutte le forze che producono movimento, espansione e ardore in modo violento e incoercibile; esso riscalda, dissecca, fluidifica o indurisce (a seconda del “substrato” sul quale opera), rende leggero e penetrante, apre (ma può anche chiudere, come succede con il cauterio).

Il secondo, ancora tenue e diffusivo ma più denso del primo, è l’Aria, che rappresenta il Calore moderato dall’Umidità; riscalda con moderazione, intiepidisce piuttosto che bruciare, fluidifica, gonfia, comprime, rende elastico. È il movimento più moderato, ma può anch’esso causare eventi estremi.

Il terzo, più denso ma ancora mobile e scorrevole, capace di diffondersi solo verso il basso, è l’Acqua; favorisce lo scorrimento, fluidifica, rende morbido o molle, modera, umidifica e rinfresca fino a raffreddare in modo energico, imbibisce e impregna, ottunde i sensi, rende le strutture arrotondate e flaccide. Quando la Freddezza prevale sull’Umidità, può addensarsi e viscosizzarsi.

Il quarto Elemento è la Terra, il più denso e pesante, tendenzialmente immobile; raffredda e dissecca, rende duro e rigido, viscosizza fino a solidificare, chiude, tonifica, “serra” le strutture rendendole compatte e coese, coerenti, spigolose. Cristallizza e struttura.

 

Gli Umori e la crasia

In ambito medico il modello dei quattro elementi trovò la sua espressione nella dottrina dei quattro umori, esplicitata per la prima volta in forma scritta da Ippocrate di Kos (460-377 circa A.C.) e ripresa successivamente anche da Galeno di Pergamo (131-201 D.C.), che portò tale teoria a Roma. Secondo Ippocrate, i quattro elementi si “manifestano” nei cosiddetti umori, fluidi sottili2 presenti nel corpo e che determinano, di questo, la fisiologia e l’aspetto generale. I quattro umori sono i seguenti:

  • la Bile (o Bile Gialla), corrispondente all’elemento Fuoco, responsabile di tutte le attività caloriche del corpo umano, sia in senso fisiologico (es. calore corporeo) sia in senso patologico (febbre, infiammazioni, ecc.);
  • il Sangue, corrispondente all’elemento Aria e al sangue fisico;
  • la Flemma (detta anche Flegma, Linfa o Pituita), corrispondente all’elemento Acqua, responsabile di tutto ciò che nell’organismo è fluido (liquidi organici, linfa, plasma del sangue, liquido sinoviale, liquido cerebrospinale, ecc.);
  • la Melancolia (detta anche Bile Nera o Atrabile), corrispondente all’elemento Terra, responsabile di tutto ciò che è duro e strutturato (ossa, denti, ma anche escrescenze, polipi, calcoli, tumori, ecc.).

Il funzionamento dell’organismo è governato dal mescolamento (crasia) di tali umori: quando il rapporto tra gli umori è corretto (eucrasia), l’organismo funziona al meglio e la salute è garantita; quando la loro mescolanza non è armonica (discrasia) si genera la malattia.

Così un eccesso di Bile Gialla produce surriscaldamento e infiammazione; un eccesso di Flemma, appesantisce e rallenta l’organismo, producendo accumulazione e ristagno di liquidi corporei; un eccesso di Sangue, produce “pletora” e tutta una serie di disturbi associati dovuti alla sovrabbondanza di umidità insieme a calore (es., putrefazioni); un eccesso di Melancolia produce strutturazioni organiche non fisiologiche. Anche il carattere e l’“umore” (nel senso di “stato d’animo”) della persona vengono influenzati, se non definiti, dalla “crasia”.

Un umore si definisce corretto quando la sua “quantità” è giusta e la sua “qualità” è fisiologicamente appropriata; quando prevale rispetto agli altri generando discrasia si dice che è sovrabbondante e quando la sua qualità non è appropriata si dice corrotto. Diremo che in generale un umore è perverso quando è sovrabbondante o corrotto. In questo testo, al fine di facilitare le comparazioni tra sistemi diversi di medicina, ricorriamo ad una estensione rispetto alla concezione classica e definiamo “perverso” un umore:

  • quando la sua “quantità” non è ottimale e cioè è in eccesso (umore sovrabbondante) o in deficit (umore carente) rispetto alla condizione di eucrasia (la concezione classica prevede che esista solo l’eccesso; un eventuale deficit è dovuto alla prevalenza di un altro umore con qualità contrarie), oppure

  • quando la sua “qualità” è diversa da quella fisiologicamente appropriata (umore corrotto)3.

Un eccesso di calore nell’organismo può riscaldare e “cuocere” gli umori, alterandone le caratteristiche. La Flemma si addensa e diventa più viscosa, dando origine alla cosiddetta Flemma ispessita. Se l’eccesso di calore è importante o dura a lungo, tutti gli umori possono finire per “bruciarsi” (si parla, in questo caso, di umori adusti). Quando vengono bruciati, gli umori producono sempre Melancolia. Nella medicina Unani-Tibb si distinguono quattro tipi di Melancolia perversa prodotta dalla combustione degli umori: malankholia damvi, prodotta dalla combustione del Sangue; malankholia safravi, prodotta dalla combustione della Bile Gialla; malankholia balghami, prodotta dalla combustione della Flemma (generalmente a causa di fermentazioni) e malankholia saudawi, prodotta dalla combustione della Melancolia corretta.

La Flemma è fredda in primo grado e umida in secondo ed è un umore mobile e scorrevole. Quando la freddezza diventa eccessiva, però, la Flemma può addensarsi e viscosizzarsi (il freddo infatti viscosizza), producendo ancora una volta Flemma ispessita.

La stessa Flemma, quando si accumula e ristagna per qualunque motivo (ad esempio per un deficit di calore), genera, per “compressione”, calore secondario che può far condensare l’umore e renderlo viscoso.

Inoltre, in natura l’umidità stagnante favorisce i processi fermentativi e putrefattivi, soprattutto nei casi in cui ci sia concomitante calore. Anche nell’organismo umano un accumulo o un ristagno di Flemma possono favorire l’insorgenza di fermentazioni o putrefazioni (fenomeni che la medicina odierna indica genericamente come infezioni), che sono certamente sostenute dal calore naturale dell’organismo e dall’eventuale calore secondario generato per compressione della Flemma. La stessa fermentazione/putrefazione, per sua natura, genera ulteriore calore secondario4 che va ad aggiungersi a quello preesistente. Tutti questi fenomeni sono caratterizzati dalla compresenza di umidità e calore perversi, anche se, per essere più precisi, dovrebbero essere descritti come dovuti alla presenza di umidità patologica a cui si associa un certo grado di calore perverso (è quindi più corretto intenderli come dovuti ad umidità “riscaldata” piuttosto che a calore umido). Dal punto di vista clinico, tra i disturbi caratterizzati da questo quadro umorale figura la putrefazione5 che si manifesta con emissione o raccolta di materiale purulento, spesso anche indurito (es., ascessi)6.

Le condizioni fin qui descritte (Flemma ispessita, umori adusti, putrefazione) sono perverse non a causa di una errata quantità degli umori, bensì a causa della loro “cattiva” qualità.

 

Le scuole di Roma

Nella Roma antica, per un po’ di anni sono coesistite differenti scuole mediche (o sette), le principali delle quali erano quella dei Dogmatici e quella degli Empirici. La prima era fondata su una teoria medica che era essenzialmente ippocratica, mentre la seconda era basata principalmente sull’esperienza, piuttosto che su una dottrina formale.

Dopo il declino di entrambe le scuole, ne nacque un’altra, quella dei Metodisti, che è stata la più importante in epoca imperiale. Tale scuola accettava la nozione di Atomi e Pori della medicina di Asclepiade (entità invisibili sulle quali veniva fondata tutta la realtà visibile) ma introdusse anche alcuni elementi nuovi, come le koinotetes, ossia le “caratteristiche comuni” condivise dalle diverse malattie. Tra le caratteristiche comuni in questione, le più importanti erano lo status strictus e lo status laxus: il primo è uno stato in cui i pori sono chiusi (“costretti”) e non lasciano passare i liquidi, mentre il secondo è lo stato in cui i pori sono aperti (“rilassati”) e lo scorrimento dei fluidi non può essere arrestato per cui questi fuoriescono liberamente dall’organismo. Esempi del primo stato sono la stipsi, l’anuria e la secchezza delle fauci; esempi del secondo sono la diarrea, la poliuria e la traspirazione eccessiva.

 

Note

1 La qualità presente in primo grado è quella che meglio definisce e caratterizza ogni elemento: è la sua qualità imprescindibile ed è inseparabile da quell’elemento.

2 Gli umori vanno intesi, più che come materie fisiche, come “sostanze” sottili, paragonabili in qualche modo al Qi o allo Xue della Medicina Cinese, responsabili della formazione di sostanze e della espletazione di funzioni. Talvolta gli umori hanno lo stesso nome di alcuni fluidi corporei: in tal caso possiamo immaginare che tra le due classi di sostanze vi sia una correlazione stretta, essendo gli umori “generatori” della loro omonima controparte fisica, che a loro volta diventano trasportatori dell’umore corrispondente nei distretti corporei.

3 La Melancolia, ad esempio, può essere in eccesso rispetto alla condizione fisiologica di eucrasia (generando strutturazioni eccessive) o in deficit (generando costruzioni deficitarie), ma può essere anche generata dalla combustione degli umori ad opera del calore (v. oltre); in quest’ultimo caso, è sempre perversa (pertanto è perversa in qualità non in quantità). Nella medicina umorale classica non esiste una distinzione così netta tra queste tre condizioni.

4 I processi di fermentazione e putrefazione sono generalmente esotermici o generano una risposta “calda” da parte dell’organismo umano.

5 Corrispondente al calore tossico della medicina cinese. Tale condizione include anche le patologie che si manifestano con eruzioni maculari o maculopapulari (es., malattie esantematiche).

6 Anche le condizioni dette di Umidità/Calore della medicina cinese (che includono ad esempio problemi spesso legati all’apparato urinario o alla cistifellea, alcuni casi di itterizia, ecc.) rientrano in questo quadro.

 

Riferimenti

[Giannelli] Luigi Giannelli, “Medicina Tradizionale Mediterranea”, Ed. Tecniche Nuove (2006)

[Prioreschi ] Plinio Prioreschi, “History of Medicine”, vol. III: “Roman medicine” (1998)

[Wood] Matthew Wood, “The Practice of Traditional Western Healing”, North Atlantic Books (2004)

[Wood2] Matthew Wood, “The Earthwise Herbal – A Complete Guide to New World Medicinal Plants”, North Atlantic Books (2009)

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